Immagine lavoro con bussola

Lavoro: riflessioni e problematiche

L’uomo e il suo lavoro, si può fare di più per non dare ragione a Darwin? I più forti, quindi i più tecnologici, rischiano di essere gli unici a garantire la sopravvivenza della nostra specie o riusciremo a trovare nuove soluzioni per coinvolgere i più fragili e inserirli nel mondo produttivo? Una discussione complessa per arrivare dalla posizione di autentico avamposto ad una nuova politica del lavoro.

Così, dopo lunghi e appassionati ragionamenti, è nata l’idea di dar vita a studi, approfondimenti, analisi che hanno surclassato posizioni differenti e passioni comuni di un gruppo di cittadine e cittadini: l’idea che, prima e oltre il Covid, ci siano spazi possibili per creare nuovo lavoro, lavoro utile e per qualificare quello che resiste, in un mercato sempre più selettivo, ad alta competizione.

Nella ricerca di questi spazi, abbiamo interrogato diversi protagonisti del mercato del Lavoro: imprenditori, il sindacato, il mondo cooperativo, i centri per l’impiego, i servizi di formazione e, ovviamente loro, i disoccupati e i sottooccupati.

Siamo consapevoli che a livello globale da decenni l’economia si stia orientando su sistemi hight-tec, su processi di robotizzazione, sul progressivo utilizzo dell’intelligenza artificiale con una richiesta di mano d’opera sempre più qualificata. Non si può oggi parlare di lavoro e di occupazione senza avere chiaro questo profondo cambiamento dell’assetto produttivo e delle ricadute a livello occupazionale. Permangono, insieme, spesso coadiuvate da ausili tecnologici di recente generazione, attività lavorative (produzione di beni e di servizi) che si sviluppano nelle singole comunità e che rispondono alle specifiche esigenze produttive ma anche sociali, di relazione, di accudimento delle stesse.
E allora: come e da dove ripartire?
Dalle interviste abbiamo imparato che qualcosa si può fare, a partire dal territorio in cui viviamo.

Universo lavoro, parlano i protagonisti